Lettera di BLU al direttore del Moca, Jeffrey Deitch.

Seguiamo gli ultimi sviluppi della vicenda del disegno di Blu censurato a Los Angeles. Dopo la copertura, il direttore del Moca, Jeffrey Deitch, aveva invitato l’artista a realizzare un altro pezzo, “uno che invitasse le persone ad entrare nel museo”. Blu gli ha risposto con una lettera:

Caro Henry
grazie per il vostro interesse e scusa per il ritardo nel:a risposta. Ad oggi la situazione è un po’ complessa, ma io ci sono abituato, a volte ho problemi a causa del contenuto forte dei miei pezzi. L’unica cosa che posso dire è che non mi aspettavo di essere censurato in “tempo reale” dal Moca.
Come si fa siamo arrivati a questo punto? La storia è breve:

1. Sono stato invitato da Deitch a dipingere il muro del museo;
2. Ho proposto il mio pezzo all’inizio di questo mese perché solo in quell’occasione sono potuto venire a Los Angeles, prima dell’apertura di “Art in the Streets”, il prossimo aprile. Ho anche chiesto di essere pagato per il mio lavoro, e di poter assumere un assistente in Italia per darmi una mano.
3. Deitch ha detto che eravamo a posto coi tempi e la mia richiesta economica è stato approvata. Non ho ricevuto alcuna richiesta in merito ad un bozzetto preliminare. Comunque io di solito tendo a non inviare bozzetti per l’approvazione, nell’ipotesi che chi mi invita conosca il mio lavoro.
4. Sono arrivato ad LA per dipingere il pezzo. In quei giorni quasi tutti, incluso Deitch, erano a Miami per la fiera d’arte.
5. Ho impiegato sei giorni per dipingere il pezzo. Quando Deitch è tornato da Miami ero ancora alle prese col muro, disegnando banconote da un dollaro.
6. Quando Deitch ha visto il pezzo, l’ha trovato offensivo e così ha deciso di cancellarlo. Avrebbe però voluto lasciarmi finire…io stavo completando le outline delle banconote: il pezzo era già comprensibile, ma non finito. Sapendo cosa stava per accadere al mio murale il giorno successivo, non mi sono sentito più motivato a spenderci del tempo, così l’ho lasciato com’era.
7. Il giorno dopo Deitch mi iha invitato a cena. Abbiamo avuto una conversazione molto delicata in cui egli mi ha chiesto di dipingere un altro pezzo sulla stessa parete, suggerendo che avrebbe preferito un pezzo che “invita le persone a entrare nel museo”. Gli ho detto che non avevo voglia di farlo, per ovvie ragioni, e che, probabilmente non ero l’artista più adatto per questo compito.
8. Il giorno seguente, di buon mattino, un blogger di Los Angeles mi ha informato che alcuni addessti stavano cancellando il pezzo. Sono andato lì per scattare alcune foto. Alcune persone erano già lì a documentare l’evento. Il buzzin’ su Internet era iniziato ancor prima che capissi che il pezzo era stato cancellato.
9. Venerdì scorso, mentre stavo andando via Los Angeles, ho chiesto il pagamento del mio compenso (io ero lì con un assistente, abbiamo dipinto 10 ore al giorno per 6 giorni) e poi le cose sono diventate confuse. Ad oggi (giovedì 16 dicembre n.d.), io non so ancora se il mio lavoro, dopo essere stato cancellato, verrà pagato secondo gli accordi (il compenso di Blu si aggira attorno ai 10.000 euro).
10. Appena sono tornato a casa ho trovato la mia casella di posta piena di richieste dei giornalisti, che chiedevano di potermi intervistare. Ho anche ricevuto una email da Deitch, in cui mi ha chiesto di ’sottoscrivere’ un comunicato stampa, spiegando la motivazione della cancellazione, al fine di calmare le accusa di censura. Gli ho spiegato che io non firmerò quel documento, perché ovviamente non sono d’accordo con la cancellazione del mio pezzo. Firmarlo avrebbe significato tecnicamente un’autocensura. Deitch mi ha fornito le sue motivazioni. Ho capito la sua interpretazione del pezzo, ma anche che era la sua scelta personale.

Ora, giusto per essere chiari:

Il mio pezzo non è stato fatto per offendere nessuno, né il Moca, né Deitch o qualsiasi altro veterano di guerra. Stavo sinceramente cercando di fare uno dei miei pezzi migliori e sarei stato felice di trascorrere un giorno in più su quel muro, per il ritocco e la rifinitura di tutti i restanti dettagli, per renderla migliore.

Mi capita spesso di dipingere soggetti forti, ma lascio sempre l’interpretazione aperta allo spettatore e questo può generare discussioni. La reazione delle persone è la cosa più interessante per me. Vedere questo pezzo come ‘offensivo’, era la sua personale interpretazione, non l’unica interpretazione possibile. Deitch l’ha visto così e ha preso la decisione di cancellarlo, senza aver ricevuto alcun reclamo ufficiale.

Adesso io non sono arrabbiato con nessuno, ma questo non significa che io appoggio la censura del mio pezzo e io non voglio far parte di tale decisione: farlo significherebbe negare l’intera idea del mio lavoro.

Posso anche dire che durante la mia breve esperienza su quel pezzo, ho parlato con molte persone, inclusi alcuni veterani di guerra, che hanno capito il pezzo in modo completamente opposto. Con mia grande sorpresa, hanno gradito il murale, trovandolo veritiero.

Questa, come molte altre interpretazioni diverse, è apparso in diversi siti internet subito dopo la cancellazione. Ho trovato questa discussione molto interessante. Detto questo, non ho alcun problema che giustifichi il mio lavoro, ma adesso non c’è più un murale a parlare, e la mia posizione personale è solo quello di fare un passo indietro e guardare le reazioni (della gente n.d.).

Una nota finale:

Come ho detto io non sono arrabbiato, ma mi piace chiamare le cose con il loro nome esatto.
Ora, alcune persone (per lo più persone connesse con al Moca o Jeffrey Deitch) sostengono che questa non è censura, ma una “scelta curatoriale”.

La definizione di questa parola che riporta Wikipedia:
La censura è la soppressione di parola o di altre comunicazioni che possono essere considerate sgradevoli, nocive, sensibile, o non conveniente per la massa delle persone, come determinato da un governo, organo di stampa, o altro organo di controllo”

Ecco, questo mi suona familiare
e questo è tutto
grazie

ciao
Blu

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