George Rousse – Installazioni anamorfiche
14/12/2012
l lavoro di George Rousse è una sfida, una commistione tra pittura, fotografia e architettura che permette di rivedere la realtà. Sculture virtuali, interventi pittorici nello spazio. Edifici abbandonati, case in rovina, aree industriali dismesse, pezzi insoliti di architettura sono gli spazi in cui Rousse fa i suoi interventi. Opere ispirate alla Land Art, e che hanno molti punti in comune con l’Optical Art di Felice Varini.
Ogni area scelta viene sottoposta allo stesso processo: una ricognizione preliminare, durante la quale l’artista disegna uno schizzo della costruzione su cui vuole intervenire. Con un obiettivo grandangolare, determina un punto di vista unico dal quale la sua forma, le sue sculture, si vedranno. La forma, disegnata su un pezzo di vetro smerigliato posto sopra l’obiettivo, viene poi riprodotta con la vernice su pavimenti, pareti e soffitti del palazzo abbandonato. È la riproduzione fotografica che da’ l’essenza a questo lavoro. Rende quelle mura e le prospettive esplose quasi reali, parole galleggianti sopra le rovine.
I colori vivaci delle aree dipinte si staccano, escono fuori dal caos architettonico del luogo abbandonato, in un gioco di equilibri ed esasperazione. I suoi lavori sono paradossalmente tanto complessi quanto intuitivi, capaci di reinventare e sublimare la realtà.